Il canto del cigno dell’inverno

120445_Papel-de-Parede-Folha-no-inverno_1920x1200

Buongiorno a tutti i lettori. Dall’analisi delle emissioni dei principali Global Models, l’americano GFS e l’europeo ECMWF si evince come siano in aumento le quotazioni per un significativo colpo di coda dell’inverno nel periodo 12-16 Marzo. Tale visione è confermata anche dalle ENSEMBLE dei rispettivi modelli seppure con le dovute differenze visto anche il lag temporale che ci separa dall’evento. Ma cosa potrebbe accadere in particolare?

La pulsazione verso il polo nord dell’anticiclone delle Aleutine nell’oceano Pacifico in collaborazione con la parziale spinta meridiana dell’anticiclone delle Azzorre nell’oceano Atlantico andrebbe a convogliare notevoli flussi di calore verso il polo, creando una sensibile destabilizzazione dell’intera struttura del Vortice Polare. Se a ciò aggiungiamo ulteriori contributi di calore provenienti anche dalla stratosfera ecco che l’accoppiamento troposfera-stratosfera potrebbe andare a produrre, un marcato displacement se non addirittura uno split dell’intera colonna del vortice polare con un lobo minore collocato su Canada/USA settentrionali e il lobo più consistente su Russia, Siberia e nazioni Baltiche che potrebbero vivere l’ennesima cruda fase invernale.

– Media delle Ensemble GFS che evidenzia a 144h il VP troposferico con una netta suddivisione dei suoi lobi con quello siberiano che potrebbe spingersi fin sull’Italia -

Visto il periodo stagionale potremmo classificare tale episodio come FINAL WARMING.

Per ciò che concerne il resto dell’Europa sembra abbastanza probabile che una propaggine anche piuttosto consistente del lobo siberiano possa spingersi fino alle nazioni centrali europee.

Germania, Olanda, Francia centro settentrionale, Polonia ed altri paesi potrebbero quindi trovarsi alle prese con diversi giorni di gelo intenso e bufere di neve.

E l’Italia?

Al momento sembra sempre più possibile un coinvolgimento anche del bel paese anche se non è ancora ben chiara la portata di tale irruzione gelida (legata soprattutto ad una debole ripresa di attività ciclonica sulle coste orientali canadesi la quale potrebbe influire negativamente sulla tenuta del blocco alle correnti atlantiche ad ovest) e, soprattutto la direttrice che prenderà l’aria in ingresso che, onde evitare equivoci, non avrà nulla a che vedere con quella siberiana ma avrà caratteristiche al più artico-continentali vista la sua provenienza dal Mare del Nord e dall’Artico russo.

Per GFS infatti sembra prevalere una componente leggermente più occidentale che dal punto di vista precipitativo (per la neve avremo modo di tornare a parlarne) potrebbe favorire un po’ tutte le regioni italiane, mentre per l’europeo ECMWF potrebbe prevalere una componente leggermente più orientale con parte dell’aria fredda che andrebbe ad impattare contro la catena alpina e parte in ingresso dalla porta della Bora con risvolti precipitativi più evidenti su regioni di nord-est, adriatiche e meridionali.

L’aspetto sul quale pare per ora concordare la maggior parte dei modelli è quello relativo alla durata della fase fredda che non dovrebbe protrarsi oltre i 4-5 giorni almeno per l’Italia.

Insomma l’inverno potrebbe salutarci in maniera degna del suo nome.

Leonardo Vizzi

Lascia un Commento