Eventi estremi: la storia di Meteosvizzera agli avvisi di maltempo

La stroria della meteorologia in Ticino è strettamente legata alle città di Lugano e Locarno.
Le primi rilevamenti delle temperature risalgono al 1700 dal pastore Zurighese Hans Rudolf Schino e nella prima metà del 1800 le condizioni meteorologiche presenti a mezzogiorno venivano pubblicate per alcuni anni sul foglio ufficiale del cantone Ticino.
A partire dal 1856, il professor Giovanni Cantoni (primo direttore del Liceo) effettuò misurazioni più volte al giorno e nel 1863, su incarico della commissione meteorologica Svizzera, il professor Ferri installò una stazione di rilevamenti presso il liceo cantonale.
Dopo il 1963 vennero installate nuove stazioni, tra le quali quella di Locarno Monti tenuta per ben 55 anni dal professor Giuseppe Mariani, assieme al professor Ferri uno dei promotori nel 1903 della Società ticinese di Scienze naturali.
Nel 1926 il dottor Schmid-Curtius fondò a Orselina (vicino a Locarno Monti) l’osservatorio Bioclimatico e geofisico Ticinese, già proprio per il semplice motivo che all’inizio la ricerca meteorologica era finalizzata a scopi terapeutici dimostrando le qualità del clima Sud Alpino, dei presunti o effettivi benefici del clima insubrico, in particolare per le malattie croniche legate alle vie respiratorie, sono testimoni i numerosi centri di cura e di riabilitazione.
L’osservatorio Bioclimatico fu trasferito nel 1935 a Locarno Monti dopo essere stato approvato dalla Confederazione, diventanto l’osservatorio Ticinese della centrale meteorologica Svizzera.
Con l’instituzione del centro meteorologico, la ricerca assunse fini più fisici e meno Biomedici.
Dopo la seconda guerra mondiale, fu intrapresa una lunga campagna di lotta antigrandine finalizzata alla protezione delle culture di tabacco, che portò a un approfondito studio della fisica delle nubi.
In seguito, le ricerche si concentrarono nella creazione di strumentazione automatica e nell’utilizzo delle nuove tecniche di rilevamento, quali radar e satelliti.
Le ricerche meteorologiche di base furono sempre accompagnate da ricerche finalizzate alle previsioni del tempo e all’analisi climatologia.
L’idea di introdurre un bolletino contribuì assieme alla promozione turistica a diffondere l’immagine del Ticino come una zona perennemente soleggiata avente condizioni ideali a curare ogni malanno.
L’osservatorio infatti deve il propria fondazione anche al fatto che il clima Insubrico che contradistingue anche il Ticino, possiede elementi che altri climi Europei non hanno.
Malgrado ciò anche il nostro cantone ha conosciuto eventi climatici distrittivi, in archivio i due eventi più catastrofici dell’ultimo secolo.

-Terribile inverno del 1951:
È l’oppinione comune che un inverno così lungo e pesante come quello del 1951, in Ticino non ci sia mai stato.
L’inverno inizio il 3 novembre con una leggera nevicata e terminò il 29 aprile portando distruzione in tutto il cantone.
In molte valli la neve raggiunse i 5 metri di altezza mentre nella sola valle di Blenio si registrarono oltre 70 valanghe che causarono danni tremendi lasciando un terribile ricordo agli abitanti come dimostrano le seguenti parole: “… Domani, nelle serate interminabili del lungo inverno montano, nonne e mamme racconteranno alle nuove generazioni i giorni e le notti di strazio vissuti in Campo e Ghirone nel triste inverno del 1951″. (Il flagello bianco nel Ticino di Don Fiorentino Galliciotti).
Ad Airolo nella prima quindicina di febbraio la neve scese in misura sempre più inquietante; in valle Bedretto erano caduti più di quattro metri di neve e la regione era tagliata fuori; l’8 febbraio il borgo di Airolo venne in parte evacuato, perché la minaccia delle valanghe si faceva più grave di ora in ora.
Alle 00.50 del 12 febbraio si abbattè su Airolo la valanga della Vallascia, larga 300 metri.
10 persone trovarono la morte, 18 case, l’asilo e 12 stalle furono distrutte.
Il 14 febbraio venne ordinata l’evacuazione di tutti gli abitanti, che poterono ritornare in paese solo il 2 marzo.
Fabio Fry di Altanca muore in Piora sotto ad un altro lastrone di neve; era salito per liberare la strada dalla neve.

-Recentemente si è celebrato il 30° anniversario di un’altro evento catastrofico, un’evento che dal 1978 è rimasto indelebile nella memoria di tutti coloro che la vissero di prima persona.
Stiamo parlando della terribile alluvione del 07/08 agosto del 1978, quando un’autentico diluvio fece stralipare molti grossi fiumi portando morte e distruzione per il canton Ticino e regioni circostanti del Nord Italia.

Molto cambiò da quel terribile evento, inanzitutti si costuirono le doppie sponde di tutti i grossi corsi fluviali.
Dopo 12 anni di ricerche internazionali sulle particolari condizioni climatiche della regione Alpina, oggi si dispone non solo di molteplici conoscenze scentifiche più accurte, ma strumenti più concreti per la protezione della popolazione e dell’economia del paese.
Sotto la guida di Meteosvizzera scenziati di tutto il mondo hanno messo a punto i risultati delle ricerche tramite una piattaforma Internet.
La stessa combina molteplici modelli previsionali per le precipitazioni e deflussi fluviali rendendole possibili per prevenire eventuali alluvioni.
MeteoSvizzera ha costruito la piattaforma in collaborazione con gruppi di ricerca di provenienza dalla Svizzera, Germania, Austria, Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Croazia, Slovenia e Canada, in Svizzera erano impegnati principalmente anche scenziati dell’istituto federale di ricerca WSL, della sezione idrologica dell’UFMA e dell’ETH di Zurigo.
La piattaforma rende possibile per la prima volta la rappresentazione continua della catena Alpina, dalle previsioni del tempo alle previsioni di inondazioni o altri fenomeni estremi fino agli utenti.
Tra questi oltre al servizio di pronto intervento cantonali, gli uffici competenti per gli allarmi.
Oggi l’Hightlight Svizzero è l’abbinamento del nuovo modello previsionale CASO-2 e COSMO-LEPS con i modelli idrologici di deflusso PREVAH del WSL (istituto federale per la foresta, la neve e il paesaggio), dell’ETH di Zurigo e FEWS/HBV dell’UFAM (ufficio federale dell’ambiente).
COSMO-2 è stato sviluppato negli scorsi anni da Meteosvizzera in una collaborazione internazionale ed elabora la previsioni sulla regione Alpina su una griglia di 2,2 km, potendo in tal modo rappresentare le Alpi in maniera più dettagliata con l’influsso delle valli e dei pendii montuosi dul clima locale.
COSMO-LEPS elabora dal canto suo le previsioni probabilistiche che messe in relazione con le previsioni effettive, ne definiscono l’affidabilità della previsione finale stessa.
I modelli idrologici approfittano della previsione migliorata dei modelli COSMO-2 e COSMO-LEPS per le precipitazioni potendo così prevedere i deflussi in maniera più accurata e precisa.
Con il modello FEWS/HBV, l’UFAM mette a disposizione sulla piattaforma regolari previsioni di deflussi per undici bacini imbriferi.
Infine la novità mondiale MAP D-PHASE è l’abbinamento delle cosidette carte di probabilità per le precipitazioni elaborate dai RADAR grazie al modello di deflusso PREVAH.
Queste carte prendono in considerazione l’insicurezza delle misurazioni dei RADAR meteorologici esprimendone così l’affidabilità delle stesse.

Informazioni tratte da: Meteosvizzera

Flavio Scolari

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