Inverno dove sei?

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Molti di voi si staranno chiedendo quanto dovremo attendere ancora per assistere ad una svolta nella circolazione atmosferica che dia inizio all’inverno anche sull’Europa e sull’Italia.

Parliamo di inizio in quanto, ad ora, la stagione invernale sul vecchio continente è risultata pressochè assente a differenza di quanto sta avvenendo nel continente nord-americano dove il verificarsi di ondate di gelo a ripetizione  sta mettendo in ginocchio le suddette aree come peraltro riportato dai vari media.

A molti di noi tornerà alla mente l’anonimo inverno 2006-2007 il quale risultò eccezionalmente mite e siccitoso su buona parte dell’Italia e dell’Europa. Va detto che rispetto a tale inverno le differenze sono diverse in primis sotto l’aspetto precipitativo con le Alpi che risultano in questo caso ben innevate a partire dai 1200-1400 m. Anche dal punto di vista barico/teleconnettivo la situazione risulta ben diversa.

Senza voler entrare troppo nel merito sulle cause, possiamo affermare che questa situazione è figlia di un vortice polare (VP) che è risultato, almeno nel mese di dicembre, piuttosto compatto in area europea impedendo così la possibilità di scambi meridiani tra le alte e le basse latitudini.

Il mese di gennaio ha visto un parziale rallentamento delle correnti occidentali in sede polare con un VP che ha iniziato a risentire dei primi disturbi provenienti sia dall’alto (stratosfera) sia dal basso (troposfera) ad opera delle principali onde planetarie (Wave 1 e Wave 2).

Vista la notevole forza mostrata dal VP nel periodo precedenti tale lavoro di disturbo richiede e richiederà dei tempi fisiologici che manteranno per almeno altri 10 giorni l’inverno lontano dall’Italia. Ho specificato dall’Italia perchè dai principali modelli (GFS-ECMWF-UKMO) si incomincia ad intravvedere un discreto raffreddamento in area est-europea e scandinava (fig.1) figlio di un VP non più ben compatto nella sua sede naturale (polo geografico).

- Fig.1: Carta emisferica del modello ECMWF per sabato 11 gennaio; si nota il consistente raffreddamento che potrebbe interessare l'area russo-scandinava. -

– Fig.1: Carta emisferica  alla quota di 850hpa del modello ECMWF per sabato 11 gennaio; si nota il consistente raffreddamento che potrebbe interessare l’area russo-scandinava -

Come già detto, i tempi di maturazione di queste dinamiche sono in generale piuttosto lunghi; tuttavia vi sono segnali, dati anche da alcuni indici teleconnettivi, che fanno pensare che l’inverno possa essere si lontano ma non anni luce pur con tutte le incertezze del caso.

Del resto noi altro non siamo che semplici spettatori davanti alla natura ragion per cui non ci resta altro che pazientare ed attendere quali strade deciderà di intraprendere quest’ultima augurandoci che si rivelino proficue anche per le nostre zone.

Ai prossimi aggiornamenti

Leonardo Vizzi

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