Tropicalizzazione delle piogge

PIOGGIA_TROPICALE

È apparso un’interessante articolo inerente al carattere sempre più tropicale delle piogge anche alle nostre medie latutidini. In definitiva piove meno rispetto a circa 10 anni fa e quando piove, piove molto più forte. Tecnicamente piossiamo affermare che le precipitazioni si manifestano in maniera più discontinua e in forma sempre più isolata, ossia a carattere di rovesci sempre più localizzati. Infatti la piovosità media attuale non differisce molto da quanto lo era in passato, l’unica grande differenza è che si manifesta in tempi molto più brevi rispetto a quanto non facesse anni fa.
Ma come possiamo spiegare il fenomeno, cosa regola il carattere delle piogge a livello globale?
Ancora una volta stiamo parlando di un fenomeno che rientra in ciò che è realmente un normale ciclo climatico: la tropicalizzazione delle piogge.
Va detto inanzitutto che il fenomeno coincide grossomodo con l’andamento termico globale anche se non ne è direttamente una conseguenza, in articoli recenti infatti avevo spiegato in che modo l’attività della nostra stella potesse influire sulle piccolissime variazioni della lunghezza del giorno che non ha una misura costante nel tempo, ma besì presenta piccolissime variazioni dell’ordine dei 3-4 ms, il che di conseguenza influisce sulle confugurazioni bariche.

Vedi: http://cfnight.com/flavio/

L’oppinione pubblica convinta che le recenti variazioni climatiche siano unicamente dovute alle emissioni dei gas serra nell’atmosfera, senza porsi il quesito se ciò potesse rientrare in una variabilità naturale del clima, nel lungo periodo.
Per comprendere quanto l’uomo possa incidere sul clima, bisognerebbe rientrare nell’ottica delle oscillazioni climatiche e cercare di estrapolare poi quei dati che ci potrebbero indurre a considerare l’influenza antropica sulle variazioni.
A tal proposito si è analizzata l’ attività solare, esprimibile attraverso il numero di macchie solari, ossia quelle anomalie del campo magnetico solare.
E’ ben noto che le macchie solari hanno variazioni significative nell’ arco degli 11, 22, 60, 90, 150 anni.
La comunità scientifica deve ancora comprendere a pieno come delle variazioni nell’ ordine dello 0.1 % di output solare, possano avere influenze sulle grandi energie in gioco nella circolazione troposferica.
A tal proposito è stata prestata attenzione all’ attività Geomagnetica osservata al suolo, ed esprimibile attraverso il numero di Mayaud ( aa), che misura la turbolenza del vento solare che fuoriesce dai buchi coronali ai poli del sole: buchi coronali ampi e stabili, tipici del minimo solare, determinano un flusso un vento solare poco turbolento; i buchi ristretti ed instabili determinano un flusso di vento solare turbolento , e quindi un’ attività geomagnetica alta.
Il flusso di particelle ionizza l’ atmosfera, causa l’ aurora polare, produce vuoti nella troposfera, altera le pressioni atmosferiche al suolo ed influenza la distribuzione areale dei centri semipermanenti di azione, quali l’ HP delle Azzorre, il ciclone Islandese, e l’ anticiclone Russo (Bucha).
La circolazione atmosferica nel bacino del Mediterraneo è ben esprimibile attraverso ZI, che rappresenta il gradiente di pressione tra il 35°N e 55°N all’ interno del range di longitudine compreso fra -5 e 10°E.
Un indice alto determina un’ intensa circolazione zonale (westerlies) lungo i paralleli; un indice basso una scarsa circolazione zonale, o un blocking barico.
Incrociando questi dati, nella fattispecie tra aa e ZI e fra ZI e D si è dimostrato che l’’ attività geomagnetica modula negativamente la circolazione zonale che a sua volta modula positivamente la dimensione frattale.
Un’ attività geomagnetica intensa , è in grado di determinare una forte diminuzione della circolazione zonale nel Mediterraneo e un aumento del blocco della circolazione.
Questo è in grado di cambiare anche gli apporti pluviometrici, concentrando le pioggie in periodi più limitati e e ripetuti eventi di acqua alta in Adriatica.
Presumibilmente le variazioni di lungo periodo di attività solare tenderanno a non essere più in fase tra loro, con il passare del tempo, e perciò osserveremo una progressiva diminuzione del valore dell’ attività solare.
In tali condizioni la circolazione nel mediterraneo tenderà progressivamente a riacquistare il suo carattere zonale che si tradurrà nel ritorno progressivo delle stagioni intermedie ed di un regime termo pluviometrico regolare, come osservato nel medio periodo.

Tratto dagli studi: Prof. Luongo ed il Prof. Mazzarella

Questo potrebbe ben spiegare anche il perchè in questi ultimi anni si registreno sempre più anomalie termiche alle nostre medie latitudini, con periodi contraddistinti da forti escursioni termiche in pochi giorni, cosa che probabilmente anni fa accadeva molto più raramente.
Ondate di calore a latitudini inusuali e ondate di gelo a latitudini normalmente contraddistinte da clima mite, uno scenario che a me pare più frequente in questi ultimi anni.
Con queste configurazioni bariche si assiste allo “scontro” di masse d’aria aventi maggiori contrasti termici e di conseguenza ad una intensificazione dei sistemi frontali che si manifestano con un andamento molto più discontinuo nel tempo assumendo appunto un carattere molto più tropicale, mentre a lungo andare tendono a dinimuire i contrasti termici medi tra le varie latitudini poichè ne consegue un aumento degli scambi meridiani su scala globale.

Per riasumere il tutto possiamo tentare di formulare lo stato degli indici climatici in rapporto con lo l’attività magnetica solare:

-Una maggior turbolenza del vento solare associato ad un’intensa attività magnetica della nostra stella: favorisce frequenti episodi NAO/AO positivi per un rafforzamento dei venti zonali.
Aumentano contemporaneamente gli scambi meridiani che si manifestano con uno stato positivo dei seguenti noti indici climatici: ENSO/PDO/AMO (in sede Europea) con conseguente diminuzione della zonalità dei venti (ZI-).
Questo favorisce un aumento delle anomalie termiche tra i vari paralleli come una tropicalizzazione delle piogge.
A lungo termine favorisce pure un’aumento delle temperature globali sopratutto alle alte latitudini, anche per le piccole variazioni della copertura nuvolosa su scala globale, influenzata dall’interazione dei raggi cosmici con una Eliosfera solare più forte.
-Con una minor turbolenza del vento solare associato ad una minor attività magnetica della nostra stella: prevalgono le fasi negative degli indici NAO/AO per un indebolimento dei venti zonali.
Diminuiscono contemporaneamente gli scambi meridiani che si manifestano in minor misura con uno stato negativo dei seguenti noti indici climatici: ENSO/PDO/AMO (in sede Europea) con conseguente aumento della zonalità dei venti (ZI+).
Contrariamente al caso pecedente, favorisce una diminuzione delle anomalie termiche tra i vari paralleli, favorendo di conseguenza precipitazioni più regolari.
A lungo andare favorisce una diminuzione termica globale sopratutto alle alte latitudini, anche per un lieve aumento della copertura nuvolosa su scala globale dovuta all’interazione dei raggi cosmici con una Eliosfera più debole.

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