Calcolatori autosomici e caratteri antropologici.

Evoluzione

Il DNA autosomico comprende tutte quelle porzioni di DNA ricombinabile che dai genitori, vengono trasmessi circa 50% ai figli. Tuttavia questo non implica che da entrambi i genitori, vengano trasmessi gli stessi caratteri a tutti i figli, ragion per cui va sottolineato, che tra vari fratelli o/e sorelle, i risultati dei caratteri del genotipo possono variare. Ammettiamo ad esempio che il padre abbia un antenato piuttosto recente proveniente dall’Asia Orientale, mentre la madre abbia recenti antenati solo Europei, un figlio potrebbe ereditare dal padre, apprezzabili contributi Asiatici che dunque emergeranno dai vari calcolatori autosomici, mentre il fratello, potrebbe non ereditare questi contributi, risultando essere di sola discendenza Europea. Per poter effettuare questo tipo di ricerca bisogna effettuare un test del DNA autosomico, che appunto osserva tutti quei caratteri genetici ricombinabili, che corrispondono a circa il 98,9995% del proprio genotipo, attraverso ad esempio un campione di saliva o un campione di sangue. Allo stesso modo si possono testare attraverso compagnie specializzate allo studio della genetica delle popolazioni, i test di quei caratteri non ricombinabili, ossia l’aplogruppo Y, che segue esclusivamente la linea paterna (ereditato dal padre ai figli maschi) e l’aplogruppo mtDNA (ereditato dalla madre ai figli sia maschi che femmine). Gli aplogruppi uniparentali rappresentano un ottimo mezzo per studiare le varie rotte migratorie che il genere umano ha effettuato nell’arco di decine di migliaia di anni, sopratutto gli aplogruppi Y avendo tassi di mutazione più frequenti rispetto agli aplogruppi del DNA mitocondriale. In genere gli aplogruppi mtDNA possono avere una mutazione appena ogni 10000 anni, mentre l’aplogruppo Y può avere mutazioni molto più frequenti nello stesso arco di tempo, risultando essere un mezzo più accurato per definire le rotte migratorie dei primi uomini anatomicamente moderni che hanno popolato il mondo e l’Europa, uscendo dall’africa decine di migliaia di anni fa (EVA mitocondriale, ossia l’ipotetico individuo femmina da qui dscende tutto il genere umano, viene datata a circa 80000 anni fa, l’Adamo Y, ossia l’indidivuo maschio da qui discende tutto il genere umano, viene datato a circa 65000 anni fa). Ovviamente gli aplogruppi uniparentali, possono rappresentare un buon mezzo per tracciare i lineaggi genealogici del singolo individuo, ma solo utilizzando quelle porzioni di DNA non ricombinabili, nel caso dell’aplogruppo Y corrisponde a circa l’1% del genotipo, nel caso dell’aplogruppo mitocondriale, appena allo 0,0005%, inutile dunque dire che concretamente, non da alcuna indicazione sul restante 98,9995% del patrimonio genetico dell’individuo stesso, ossia su tutte le restanti porzioni di DNA ricombinabile. Per fare un semplice esempio, molti Italiani possono aver ereditato lineaggi uniparentali relegati ai gruppi Cromagnoidi, ma ciò non toglie che di fatto, discendono prevalentemente dai primi contadini Neolitici. Negli ultimi anni si è aggiunto un nuovo “mezzo” per poter definire le origini genetiche delle varie popolazioni e dei singoli individuo, utilizzando il DNA autosomico ed è proprio con quest’ultimo che si può concretamente quantificare attraverso delle stime, in che misura una popolazione o un individuo, discende dai vari gruppi ancestrali, per poterlo fare sul singolo individuo, spesso si utilizza come riferimento le popolazioni recenti, ma anche i numerosi campioni rinvenuti e risalenti al Neolitico o al Mesolitico. Ogni calcolatore autosomico, sul singolo individuo potrà dar risultati apparentemente differenti, poichè ogniuno utilizza parametri (raggruppamenti delle popolazioni e un lasso di tempo) differenti gli uni dagli altri, inoltre la stima in alcuni calcolatori, può essere solo automatica, in altri invece la stima può essere revisionata da una persona fisica, un esperto ovviamente. Un esempio pratico seppur piuttosto banale potrebbe essere un ipotetico calcolatore A, che per gli Europeo Meridionale, sottostima i contributo Neolitico Anatolico, sovrastimano contributi Caucasici rispetto al calcolatore B, che invece stimano valori Caucasici molto inferiori, e viceversa stima valori dei primi agricoltori Anatolici molto superiori rispetto a A. Questo succede perchè nel calcolatore A, all’interno di quel contributo Caucasico, si “nasconde” in una certa misura, anche il contributo Neolitico, dando apparentemente risultati completamente differenti l’uno dall’altro, mentre in realtà si fa riferimento a standart differenti poichè A utilizza come riferimento, campioni di popolazioni recenti, mentre il calcolatore B prende come riferimento esclusivamente il DNA antico. In realtà tutti noi abbiamo acquisito in una certa misura dai vari gruppi ancestrali, le popolazioni dell’Europa Meridionale discendono principalmente dai gruppi Neolitici del Mediterraneo, mentre le popolazioni dell’Europa Settentrionale (in particolar modo le popolazioni affacciate al mar Baltico), discendono in gran misura dagli antichi cacciatori-raccoglitori Mesolitici Europei. Ad oggi sono noti 4 principali gruppi ancestrali: Caucasian hunter gatherer, Early Neolithic Farmers, Western hunter gatherer, Eastern hunter gatherer e Ancient Eurasia.

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Le popolazioni più vicine ai primi agricoltori Neolitici Anatolici, sono i Sardi, mentre le popolazioni più vicine ai cacciatori raccoglitori Mesolitici Europei, sono le popolazioni affacciate al mar Baltico. Le attuali popolazioni del Levante e dell’Anatolia invece, pur essendo le aree d’origine dei primi agricoltori Neolitici, oggi non sono così affini ai campioni Neolitici, questo perchè tali popolazioni, hanno acquisito nel tempo, maggior DNA dai gruppi Caucasici che sono migrati nell’area Medio Orientale nel tardo Neolitico. In minor misura questi gruppi Caucasici provenienti dal Mediterraneo Orientale, hanno contribuito al Pool genetico delle attuali popolazioni Europee, soprattutto nel Sud Est Europeo (Sud Italia e Grecia), seppur comunque in minor misura rispetto al Medio Oriente. Qui una rappresentazione della diffusione dei gruppi pionieri dell’agricolutura nel Levante e in Europa, rappresentata dalle frecce rosse, e la successiva diffusione dei gruppi Caucasici nel Levante, in Turchia e in Iran e più marginalmente anche nell’Europa centro-Orientale durante il tardo Neolitico. In Iran diversamente dall’Europa, il processo di neolitizzazione è avvenuto prevalentemente attraverso una diffusione culturale proveniente dalla Mezzaluna Fertile, risultando essere dunque in origine un gruppo Neolitico geneticamente ben distinto da quello del Levante ed Europeo.

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In Europa il contributo dei gruppi Caucasici è stato maggiormente indotto dagli Indoeuropei povenienti dalle steppe della Russia Meridionale, che in origine erano perlopiù un mix di questi cacciatori raccoglitori Caucasici e i cacciatori raccoglitori dell’Europa Orientale. Attorno al 3500 a.c, dunque tra la fine dell’età del rame e l’inizio dell’età del bronzo, nelle steppe della Russia Meridionale, si sviluppa la cultura Yamnaya, si tratta di gruppi di popolazioni che discendono circa per il 50% dai cacciatori raccoglitori dell’Europa Orientale, circa il 50% dai cacciatori raccoglitori del Caucaso, la loro successiva diffusione in Europa non solo ha importato in Europa centro-Occidentale una rivoluzione culturale e linguistica, ma hanno anche dato un certo contributo al patrimonio genetico degli Europei. Di fatto durante il Neolitico, i primi contadini Europei, erano geneticamente molto affini ai primi agricoltori Neolitici del mar Egeo, discendendo direttamente da essi, pur avendo acquisito inizialmente piccole ascendenze dai cacciatori raccoglitori Mesolitici Europei, acendenze da parte dei cacciatori raccoglitori Mesolitici Europei, che poi sono diventate più significative verso il tardo Neolitico e al quale si sono aggiunte ascendenze anche da parte dei gruppi provenienti dalle steppe, con la diffusione Indoeuropea.

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Ragion per qui se inizialmente i primi Mediterranei, dovevano essere geneticamente molto vicini ai primi agricoltori Neolitici dell’Anatolia, nel corso del Neolitico, si sono gradualmente allontanati. Come già accennato precedentemente, un processo analogo e ancor più marcato, lo si è riscontrato anche nel Levante e in Anatolia, ad oggi le popolazioni geneticamente più vicine ai primi contadini Neolitici, sono i Sardi, grazie al proprio isolamento geografico che ha limitato i contributi dati dalla migrazione dei successivi gruppi ancestrali in Europa, seguono Spagna, Italia e Grecia, anch’esse regioni parzialmente isolate grazie alla propria morfologia del territorio, nel caso specifico della Spagna e dell’Italia, mantenendo più intatto il Pool genetico antico rispetto alle altre regioni Europee.

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In ogni caso bisogna considerare che all’epoca Neolitica, il numero della popolazione globale era nettamente inferiore rispetto a quella odierna, dunque non bisogna immaginarsi enormi gruppi di persone che invadevano aree circostanti, ma piuttosto lo spostamento di gruppi di persone relativamente piccoli, potevano essere sufficienti a soppiantare una popolazione preesistente in una determinata area, attraverso il successivo aumento demografico.

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Tornando proprio all’epoca Neolitica, la diffusione della rivoluzione agricola partita dal Levante, si è verificata gradualmente nel tempo, non attraverso grandi gruppi di persone, ma piuttosto attraverso un aumento demografico nell’area, favorito da uno stile di vita più sedentario e con un’alimentazione più ricca, con piccoli gruppi di persone, che gradualmente si spostavano nelle aree adiacenti in cerca di nuove terre da coltivare. Questo modello è piuttosto intuitivo per quanto riguarda il contributo che hanno effettivamente dato dal punto di vista genetico sui primi agricoltori Neolitici Europei (dal quale ricordo, sono prevalentemente gli antenati degli Europei Meridionali): natufiano 12500 YBC. Levante Neolitico è un mix di prevalente Natufiano alcuni cacciatori-raccoglitori Levant, 10500 YBC. Aegean agricoltori è un mix di prevalente Levante Neolitico e sostanziali Anatolia cacciatori-raccoglitori. 8000 YBC. EEF è un mix di prevalente Egeo agricoltori e alcuni WHG (piccola porzione di WHG nelle prime fasi del Neolitico), 7000 YBC.Questo dovrebbe essere il modello più accurato. YBC=anni avanti Cristo.

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I caratteri antropologici:

Fino ad ora ho parlato di quello che concerne il genotipo, ossia tutti quei caratteri ereditari (anche quelli che non si manifestano), sarebbe tuttavia interessante anche far riferimento a quello che concerne il fenotipo, ossia l’espressione genetica, dato dall’interazione del genotipo con l’ambiente circostante. In anatomia umana, per fenotipo, si osservano tutti quei caratteri fisici esteriormente osservabili, come il colore degli occhi, dei capelli, la forma del cranio e la fisionomia del viso, oltre a tutta una serie di aspetti tra i quali non da minor importanza, la robustezza e l’altezza del corpo. Considerando che il fenotipo rispecchia il genotipo dell’individuo, è piuttosto logico che fenotipo e genotipo, sono due concetti piuttosto affini, dunque se si cerca di stabilire un origine geografica a certi caratteri genetici, è logico che lo si possa fare anche attraverso specifici caratteri antropologici. Nel mondo all’interno del genere umano, si distinguono 6 differenti gruppi razziali, in Europa, nel Nord Africa e nell’Asia Occidentale, si ha la tipologia Caucasoida, in questa mappa una rappresentazione dei contributi genetici alle rispettive popolazioni, dei vari gruppi razziali.

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All’interno della razza Caucasoide, si hanno delle sottorazze, in Europa c’è l’Europoide, all’interno di questa sottorazza, si riscontrano differenti tipologie, con differenze dal punto di vista antropologico e genetico, che sono decisamente esigue se comparate con le differente che si possono riscontrare con altri gruppi razziali, ma che al proprio interno sono piuttosto rilevanti e visibili anche esteriormente. Le tipologie Europidi possono essere sia Cromagnoidi, dunque risalenti al Mesolitico in Europa, sia Aurignacoidi, dunque discendenti dai proto-Mediterranei. Le tipologie Cromagnoidi sono sostanzialmente quelle Baltiche, paleo Atlantiche, Alpinide e in parte il Dinarico. Mentre le tipologie Cappelloidi/Aurignacoidi sono in parte la tipologia Dinarica, mentre completamente lo sono le tipologie Mediterranee, la tipologia che più da vicino ricorda quella dei proto-Mediterranei, è il Gracile Mediterraneo, che rispecchia più da vicino, da un punto di vista genetico, l’onda Neolitica che dal Levante, ha portato la rivoluzione agricola in Europa, le massime frequenze di questa tipologia la si riscontra in Sardegna, in Iberia e in Italia, anche se in quest’ultimo caso spesso è combinata con la tipologia Alpina e la Dinarica. La versione Mediterranea Orientale invece è ancora tema di dibattito sulla propria origine, certamente anch’essa ha origini Medio Orientali, ma presenza differenze dalla tipologia più originaria del Gracile Mediterraneo, questo potrebbe essere indotto sia da un adattamento geografico al clima del Mediterraneo Orientale, sia da una aggior influenza dei gruppi Caucasici che sono giunti nell’area del Levante nel tardo Neolitico. Infatti tale tipologia è più frequente in un area compresa tra l’Anatolia e l’Italia Meridionale (Sicilia e Grecia incluse ovviamente). Esistono poi altre versioni della tipologia Mediterranea, una in Nord Africa, una nelle steppe dell’Est Europeo (Pontic), una nell’area compresa tra l’Iran e l’India, e persino una versione Settentrionale, ossia la tipologia Nordica che si trova nelle aree affacciate al mare del Nord. In realtà tale tipologia viene ritenuta essere una versione Nordica della tipologia Mediterranea, con molti caratteri comuni alle tipologie Mediterranee Europee, infatti come la tipologia Mediterranea, anche la tipologia Nordica è soggetta a dolicocefalia, viso allungato, lineamenti fini e corporatura tendenzialmente gracile, ma molto più depigmentata, dunque spesso con occhi azzurri, capelli biondi e pelle chiara, in più si distinguono altre piccole differenze dal punto di vista morfologico. La diffusione della tipologia Nordica, sembra più legata alla diffusione degli Indoeuropei, in questo caso da un punto di vista genetico, si può affermare che sia piuttosto una sorta di tipologia mista, tra gruppi Mediterranei e Nord Cromagnoidi. Poi vi è l’Atlanto-Mediterraneo, tendenzialmente più robusto del Gracile Mediterraneo, anche l’origine di questa tipologia è però ancora oggetto di discussione, più comunemente viene ritenuto essere un adattamento al clima Atlantico della tipologia Ovest Mediterranea (Gracile Mediterraneo nota anche come Ibero-Insulare), per altri invece è più una sorta di tipologia mista tra il Nordico e la tipologia Mediterranea, in questo caso sarebbe pressapoco un sinonimo del Norto-Mediterraneo. Un’altra tipologia Mediterranea sarebbe il Pontico, più frequente nelle pianure dell’Europa Orientale, in questo caso viene ritenuta essere una versione Orientale dell’Atlanto-Mediterraneo, condividendo con esso numerosi caratteri dal punto di vista fisionomico. Il Dinarico invece sarebbe una tipologia mista tra i Mediterranei dei Cappadoccia (provenienti dall’Anatolia) e le tipologie Cromagnoidi che popolavano l’area Balcanica. Tipologia decisamente brachicefala, viso allungato. La tipologia Alpina è una tipologia Cromagnoide adattata al clima montano, più comune in Svizzera, Nord Italia, Germania Meridionale e Francia centro-Orientale, soggetta a brachicefalia e viso piuttosto arrotondato. Esiste anche qui una versione Occidentale e una Orientale, denominata Goride, comune nell’Europa Orientale (Ungheria) e nei Balcani. Poi vi sono le altre tipologia Cromagnoidi presenti sia nel Nord Europa (Baltidi), sia nel Sud Ovest Europeo (Beridi).

Europe Phenotype

Qui potete trovare ulteriori informazioni più approfondite inerenti alle differenti tipologie Europoidi. Inoltre una rappresentazione della distanza genetica nel mondo, si evidenzia come dal punto di vista genetico-anatomico, gli Europei siano comunque molto più simili tra loro, se comparati con differenti popolazioni di altre aree geografiche.

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Distanza genetica tra le differenti popolazioni Europee, mappa elaborata da Eurogenes.

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Ovviamente va puntualizzato che non esistono razze superiori ad altre, per concetto di razza, dal punto di vista scientifico, si osservano le differenze dal punto di vista genetico-antrologico degli individui, non l’aspetto comportamentale e men che meno le proprie capacità di apprendimento.

Flavio Scolari

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