Monsone, gli inquinanti raggiungono il tetto del mondo

LABORATORIO PIRAMIDE, EVEREST – Ghiacciai himalayani minacciati dagli inquinanti prodotti nelle grandi città dell’Asia. Polveri sottili e gas responsabili dell’effetto serra, come l’ozono, sono trasportati dalla nube marrone che si forma nel periodo che precede l’arrivo dei monsoni, la Asian Brown Cloud.
A scoprire la presenza di queste sostanze nei ghiacciai dell’Himalaya è la stazione di rilevamento Abc (Atmospheric Brown Clowd), la più alta del mondo, installata a 5.079 metri di quota vicino al Laboratorio Piramide, sul versante nepalese dell’Everest, gestito dal Comitato Ev-K2-Cnr. La concentrazione del particolato atmosferico gioca un ruolo chiave nei processi climatici, visto che possono assorbire o riflettere la radiazione solare in funzione della loro composizione.
“Le misure eseguite alla stazione Abc-Pyramid, uniche nel loro genere, contribuiscono a meglio definire il ruolo dell’ozono come gas serra ed agente nella definizione delle proprietà chimiche dell’atmosfera e, benché le reti per il monitoraggio si stiano sviluppando nelle città asiatiche, nessun’altra osservazione è disponibile in alta montagna, teoricamente meno esposta all inquinamento antropico”, spiega il presidente del Comitato, Agostino da Polenza. L’Himalaya “rappresenta per elevazione e collocazione un posto ideale per studiare il trasporto di inquinanti sia su grande scala che a scala regionale e il controllo di cambiamenti prodotti da meccanismi che agiscono a scala globale attraverso la circolazione del monsone”, osserva il coordinatore della ricerca, Paolo Bonasoni, dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna.
“L’area tra India e Cina – aggiunge – è tra le più densamente popolate del pianeta ed è in continua e rapida crescita”. Basti pensare che in Asia risiede quasi il 60% della popolazione mondiale. Le emissioni di inquinanti (aerosol, gas serra o precursori dellìozono) sono in aumento e promuovono intensi episodi di inquinamento anche fotochimico. Inoltre, prosegue, le particelle possono assorbire, diffondere o riflettere la radiazione solare, influenzando pesantemente il clima e, di conseguenza, la produzione agricola, principale fonte di sostentamento delle popolazioni locali.
Gli inquinanti trasportati dall’Asian Brown Cloud hanno un impatto negativo sulle coltivazioni agricole; assorbono infatti una parte della radiazione solare, influenzando la regolarità del monsone in inverno e riducendo le precipitazioni. Comprendere se e come questa nube può arrivare fino alla catena himalayana è ciò che stanno cercando di fare sul tetto del mondo i ricercatori del Comitato Ev-K2-Cnr, insieme a Isac-Cnr e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs). I dati resi noti oggi dal Laboratorio Piramide sono stati raccolti dal febbraio 2006 dalla stazione Abc del Laboratorio e mostrano un valore medio annuo di circa 100 microgrammi al metro cubo, con alti valori in primavera (la stagione del premonsone), con una concentrazione media di circa 120 microgrammi al metro cubo, e più bassi in estate (stagione monsonica), con circa 72 microgrammi al metro cubo.
“Mentre le basse concentrazioni possono essere legate al trasporto di masse d’aria di origine marittima, il massimo primaverile – osserva Bonasoni – può essere dovuto sia a processi di produzione fotochimica sul continente eurasiatico e sia a scambi verticali di masse d’aria tra la stratosfera e la troposfera”. Durante alcuni di tali eventi la concentrazione di ozono ha raggiunto il valore di 180 microgrammi al metro cubo e sono state rilevate concentrazioni superiori ai 150 microgrammi al metro cubo durante un episodio nel periodo monsonico, con il trasporto per diversi giorni sul sito di misura in Himalaya di masse d’aria particolarmente inquinate provenienti da India e Pakistan”.

Ansa

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