Buchi neri e possibili “porte del tempo”

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Un’articolo di FOCUS apparso questo mese (02.08) descrive i corpi celesti più violenti esistemti in natura: i buchi neri associati alle galassie attive. Inanzitutto vi sono 2 generi di buchi neri: Buchi neri non ruuotanti sono dati dalle esposioni di supernove: una stella che esplode genera un intenso lampo di luce gamma (3×10(19)Hz) dalla durata di alcuni secondi, il risultato finale per quanto riguarda una stella della categoria come quella del sole, è quello di una stella nana azzurra molto più densa e calda aventi le dimensioni della terra circa, dunque nettamente più piccola, definita supernova. Se ad esplodere invece è una stella con una massa superiore centinaia di volte a quella del sole, il risultato di questa esplosione genera un collasso gravitazionale che porta la stella stessa a collassare su se stessa in un buco nero appunto. In tutti i buchi neri troviamo un punto di dimensioni infinitesimi ove tutto ciò che cade oltre l’orizzonte degli eventi si concentra, l’orizzonte degli eventi è quella parte circostante il buco nero dove nulla può più sfuggirgli, nemmeno la luce, risucchiando così al suo interno tutto ciò che lo oltrepassa. In questa specie di buchi neri la forza gravitazionale aumenta in maniera esponenziale dall’esterno alla singolarità, in pratica avvicinandosi alla singolarità (dove spazio e tempo perdono di significato) la forza gravitazionale aumenta in modo tale da creare l’effetti di “spaghettificazione” stirando la materia che risucchia, del quale si alimenta voracemente. La singolarità è misurabile alle dimensioni di plank (1:10(35)metri), infinitamente piccolo insomma. Il secondo genere di buchi neri sono quelli associati alle galassie attive. Una galassia attiva inanzitutto è una galassia dove la frazione significativa dell’energia viene emessa da oggetti diversi dai normali componenti di una galassia (stelle, polveri e gas interstellare). Questa energia può essere emessa lungo quasi tutto lo spettro elettromagnetico (onde radio; infrarossi; UV; raggiX e raggi gamma). Spesso vengono chiamate nuclei galattici attivi in quanto sembra siano alimentate da una regione compatta posta al centro e alcune di queste dal centro emettono getti di materia anche molto lunghi, trasportando molta energia verso strutture esterne, come fanno anche le radiogalassie (stelle supercompatte aventi la massa di un’intera galassia), ma in tutti i casi il cosidetto motore centrale resta il nucleo ad essere la fonte di energia. Ma da cosa è costituito il nucleo e cosa avviene alla periferia di quest’ultimo? Da un buco nero supermassicio, aventi una massa superiore da 1 milione fino a 1 miliardo di volte a quella del sole. Quando la materia cade al suo interno come in tutti i buchi neri forma un disco di accrescimento attorno al buco nero. La frizione riscalda la materia e ne cambia lo stato in plasma (ionizzato) mentre questo materiale carico di movimenti un produce forte campo magnetico. Il materiale che si muove dentro questo campo magnetico produce grandi quantità sia di radiazione di sincrotrone sia di radiazione termica sotto forma di raggi X. Infatti la temperatura vicino al buco nero supermassicieo è superiore di milioni se non addirittura miliardi di volte superiore a quella del nucleo solare. Tutto questo processo alimentato dalla gravitâ del buco nero, è molto efficiente per trasformare la materia in energia. Si pensa che quando il buco nero abbia inghiottito tutte le polveri e i gas circostati, smette di emettere grandi quantità di radiazioni, diventando una galassia normale, come la nostra via latea; anch’essa contenente al suo centro un enorme buco nero. Questo genere di buchi neri, chiamati buchi neri rotanti, non hanno le stesse identiche caratteristiche in tutto e per tutto ai buchi neri stellari. In questo caso si parla di “mostri” aventi massa centinaia di milioni di volte superiori a quelle del sole, hanno dimensioni enormi, ma la loro forza gravitazionale più uniforme in prossimità della singolarità non produrrebbe si crede la “spaghettificazione”, l’aumento gravitazionale cadendo verso la singolarità non sarebbe tale da creare uno stiramento della materia risucchiata al suo interno. Nel caso dei buchi neri supermassici presenti nei nuclei di galassie attive (prima descritte), recentemente si è scoperto che alcuni di questi quando cessano di alimentarsi di gas e polveri posti alla loro periferia, potrebbero perdere il loro disco di accrescimento e con esso il loro orizzonte degli eventi: in tal modo dopo aver inghiottito grandissime quantità di energia per milioni o miliardi di anni, potrebbero esplodere emettendo tutta questa energia di qui si è alimentato per tutto questo tempo, generando potenti bagliori gamma dalla durata dii alcuni o diversi minuti, riemettendo nello spazio intergalattico immense quantità di particelle superenergetiche in grado di raggiungere in parte anche il nostro pianeta dopo milioni o miliardi di anni dall’immane esplosione.

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Oggi sappiamo in che modo i raggi cosmici possono influenzare il clima sul nostro pianeta, sappiamo che la quantità di raggi cosmici che raggiungono la terrra dipende dall’attività solare, in breve: nelle fasi solari più attive si rafforza di conseguenza l’eliosfera che devia ai confini del sistema solare (eliopausa) i raggi cosmici in tal caso la nuvolosità tende a diminuire, viceversa nelle fasi di debole attività solare si indebolisce di conseguenza l’eliosfera lasciando passare una maggior parte dei raggi cosmici che raggiungendo la terra la bombardano da tutte le direzioni, inoltre penetrando l’atmosfera creano una ionizzazione a catena dell’aria strappando elettroni agli atomi, costituendo in tal modo quali nuclei di condensazione del vapore acqueo, provocando dunque un aumento della nuvolosità.

Ma cosa succede realmente all’interno di un buco nero ruotante? Si crede che per i buchi neri ruotanti oltre a contenere la singolarità, potrebbe nascondere un cunicolo spazio-temporale, se un giorno riuscissimo ad entrare in una di queste giganti “macchine del tempo” sarebbe come trovarsi su un anello, dove il futuro si congiunge al passato, come camminare su un’immensa ciambella insomma: andando avanti prima o poi si tornerebbe al punto di partenza, anche se ci sarebbe il rischio di essere stritolati dall’immensa forza gravitazionale che però sembra essere più uniforme all’interno di un buco nero rotante.

La relatività generale fondata dal grande Albert Einstein, sosteneva che lo spazio e il tempo sono la stessa cosa, o più precisamente che il tempo è associato allo spazio, dunque l’esistenza di cunicoli spaziotemporali all’interno di buchi neri rotanti sarebbero in grado di portarti in zone remote dell’universo, forse pure in un altro tempo. Infatti un buco nero è il risultato finale di una distorsione del continum spazio-temporale prodotto da un “oggetti” supercompatto avente una massa estremamente elevata, il cintinum spazio temporalale difatti può essere visto come un telo indistruttibile teso alle quattro estremità, appuggiando una biglia al suo centro questo si ripiega lievemente, se la biglia fosse estremamente pesante questo si ripiegherebbe in maniera assai pronunciata, lo stesso vale per l’interazione del continum spazio-temporale e la massa di un corpo cosmico.

Anche un oggetto che si sposta a grandi velocità aumenta di conseguenza la sua massa, ripiegando il continum spazio-temporale, ecco perchè per un oggetto che si sposta a grandi velocità il tempo tende a rallentare. La velocità rappresenta un limite, una bariera invalicabile per qualsiasi corpo dotato anche di una massa minima, poichè per oltrepassare tale dovrebbe disporre di una massa infinita (un paradosso), per oltreppassare tele velocità (300000 km/s), dunque ancor prima di raggiungere tale velocità il corpo stesso temderebbe automaticamente a rallentare. Noi per intenderci viaggiamo dal passato al futuro, mentre un corpo più aumenta la sua velocitâ più il tempo tende a rallentare fermandosi alla velocitâ della luce, dunque la luce stessa viaggia senza tempo, mentre corpi privi anche di una minima massa, possono viaggiare dal futuro verso il passato, è il caso dei tacchioni, particelle dotate di grande energia e prive di massa che si spostano a velocità superiori a quelle della luce, retrocedendo in questo modo nel tempo. Tutto questo discorso serve per far capire quanto sia inutile pensare che l’uomo possa viaggiare verso il passato a “gambe nude”, poichè ciò non è altro che un paradosso invalicabile, l’unica speranza che possa portare l’uomo a viaggiare nel tempo un giorno, restano i buchi neri ruotanti (aventi un andamento rotatorio), poicche in grado di distorcere il continum spazio-temporale. Sarebbe come camminare verso il futuro e incontrare se stessi nel passato insomma. Ma se l’uomo un giorno potra arrivare a viaggiare nel tempo come risolverne i paradossi derivanti? Qui entra in gioco la teoria delle superstringhe, un interpretazione di questa grande teoria (descritta in questo comparto, nell’argomento trattato da NATOXCORRERE riguardo alla materia mancante dell’universo) il quale dice che il nostro universo non è che uno degli infiniti universi paralleli facenti parte di un’infinito Multiverso in poche parole. In breve ogni evento comporta una “ramificazione” della realtà, noi possiamo vederne solo una in quanto ai nostri sensi restano nascoste molte altre dimensioni spaziali oltre a quelle che possiamo percepire, in totale ve ne sarebbero 10 dimensioni spaziali + 1 dimensione temporale secondo la teoria del tutto (M-Theory).

Dunque ogni possibile evento si verificherebbe secondo la teoria delle superstringhe, creando una ramificazione della realtà: dunque dato che viaggiare nel tempo resta teoricamente possibile, supponendo che in futuro qualcuno arrivi a viaggiarci interagendo con il suo passato, l’individuo quando ritornerebbe al suo tempo si accorgerebbe subito che nulla ê cambiato al suo tempo, come risvegliarsi da un sogno in pratica. Dunque per viaggiare nel tempo si dovrebbe automaticamente viaggiare in una o più di quelle dimensioni “oscure” ai nostri sensi. L’unico via possibile per viaggiare nel tempo come già detto prima resta quella dei buchi neri ruotanti dal punto di vista teorico. L’uono riuscirà un giorno a crearne uno sulla terra? Esperimenti della meccanica quantistica hanno già creato buchi neri in laboratorio, ma di dimensioni ultramicriscopiche dalla durata di qualche frazione di secondo: costruirne di più grandi oltre ad essere ovviamente troppo pericoloso, neanche possibile da creare artificialmente in quanto si dovrebbe disporre di energie troppo grandi, fuori dalla nostra portata; se invece supponiamo fosse possibile ottenere quantità energetiche così grandi, non si potrebbe comunque costruire un buco nero abbastanza grande poichè se fuori controllo sarebbe in grado di “divorare” la terra senza che noi neanche ce ne accorgessimo. In teoria si dovrebbe trattare di un buco nero rotante avente un diametro superiore ai 100 km, si disporrebbe di energie superiori di centinaia di milioni di volte di quella emessa dal nostro sole nell’arco di un certo lasso di tempo, situato a molti anni luce di distanza dalla terra per evitare che ne venga risucchiata, insomma: una cosa del tutto impensabile oggigiorno.

lla terra si possono trovare buchi neri? Secondo alcune teorie piuttosto recenti anche all’interno della nostra atmosfera si creerebbero minuscoli buchi neri che durerebbero poche frazioni di secondo, ogni atmosfera planetaria potrebbe “ribollire” di mini buchi neri che non avrebbero alcun effetto in quanto “esploderebbero” quasi istantaneamente a contatto con tutto ciò che lo circonda.

Nulla di così strano se consideriamo che in fondo tutto il modo a livello ultramicroscopico si presenta come una schiuma caotica e in fermenti, “ribollente” di mini buchi neri, con particelle che scompaiono e riappaiono dal nulla, particelle distinte che in qualche modo comunicano istantaneamente tra loro indipendentemente dalla distanza che le separa: come se in qualche modo fossero la stessa identica particella, forse congiunta in dimensioni nascoste, si tratta di osservazioni del tutto particolari che potrebbero dare valore alla teoria delle superstringhe.

Lo studio dei buchi neri è oramai da anni tra gli studi più desiderati, in quanto è proprio in tali eventi che si celano i grandi misteri del nostro cosmo, nulla di più affascinante!!!!! Ma entrando nell’ambito puramente teorico, cosa accadrebbe se l’esplosione di una supernova avvenisse in prossimità del sostema solare? Amettendo che non è del tutto impossibile che una stella morente a poche decine di anni luce dalla terra, possa esplodere in una supernova. Un fenomeno non impossibile ma quanto improbabile, fortunatamente infatti non vi sono stelle conosciute nelle nostre immediate vicinanze in fase di morte, dunque a rischio di esplodere, normalmente questi eventi si manifestano a diverse centinaia o milioni di anni luce di distanza da noi. Se invece dovesse verificarsi anche solo a poche decine di anni luce di distanza da noi si ipotizza che gli effetti sarebbero distruttivi per molte specie vivente in maniera quasi permanente: l’onda d’urto sarebbe in grado di spazzare la magnetosfera terrestre (almeno in parte) che dunque non ci proteggerebbe più dalle potenti radiazioni cosmiche derivanti dall’esplosione. L’onda d’urto oltre ad evere effetti rilevanti sulla nostra magnetosfera, avrebbe effetti immediati anche sulla nostra atmosfera che verrebbe agittata con venti fortissimi in grado di radere al suolo ogni struttura presente sulla terra, molte specie viventi verrebbero irreparabilmente sistrutte (uomo compreso). In seguito la potente pioggia di raggi cosmici accompagnati dal potente lampo di luce gamma, derivanti dal esplosione, darebbero luogo a radioattività ovunque, rendendo in tal modo sterile la superficie terrestre per milioni di anni ove non si potrebbero sviluppare nuove forme di vita per tutto questo tempo. Se ad esplodere fosse addirittura una supernova lontana pochi anni luce da noi, l’onda d’urto sarebbe tale da spazzare la nostra atmosfera dalla faccia della terra e con essa tutte le atmosfere planetarie del nostro sistema solare, sterillizzando istantaneamente qualsiasi forma vivente presente sulla terra, il sistema solare a sua volta cambierebbe improvvisamente volto. Come già detto in precedenza fortunatamente non vi sono stelle conosciute in fase morente, dunque in grado di produrre l’eplosione stellare nell’arco di molti milioni di anni, come pure non esistono stelle a distanze di appena pochi anni luce. Ma un lampo gamma può essere prodotto anche da un’immane esplosione prodotta dalla collisione tra due stelle, questo fenomeno potrebbe provocare l’esplosione delle due stelle interessate sprigionando un potente lampo gamma dalla durata di qualche minuto e liberando grandissime quantità di particelle superenergetiche nello spazio interstellare. Anche in questo caso si tratta di fenomeni che avvengono fortunatamente a distanza di milioni di anni luce da noi e non può che essere così.

Un lampo gamma visibile dalla terra oggi, se distante un milione di anni luce da noi, corrisponde al fatto che l’esplosione della supernova che ha sprigionato il potente bagliore sia avvenuto un milione di anni or sono. Infatti anche una stella distante supponiamo 10 anni luce da noi, ciò vuol dire che noi attualmente la vediamo come si presentava 10 anni fa in quanto la sua luce da li ci giunge solo ora, di conseguenza se attualmente vi fosse un esplosione stellare supponiamo a 100 anni luce di distanza da noi, gli effetti sulla terra si manifesterebbero dopo 100 anni dall’esplosione, ossia tra 100 anni potremmo ammirarne il bagliore dell’esplosione avvenuta oggi.

Anche 65 milioni di anni fa secondo alcune teorie, un esplosione cosmica avvenuta poche decine di anni luce distante da terra, avrebbe potuto produrre l’estinzione dei dinosauri, e con essi di molte altre sperie viventi allora presenti sul nostro pianeta. Anche se la maggior parte delle teorie sembra essere più concorde sul fatto che sia stato un’impatto cometale il responsabile dell’estinzione dei dinosauri avvenuta appunto 65 milioni di anni fa.

Ma dove si trovano le principali fonti di lampi gamma? Generalmente in prossimità del centro galattico, infatti le parti centrali delle galassie (via latea compresa) sono composti prevalentemente da stelle più antiche, oltre ad essere le parti di galassia più popolate, aventi una maggior concentrazione stellare dunque. Il sistema solare invece è posto quasi al confine esterno di uno dei bracci della nostra galassia, in un’area con maggir presenza di stelle relativamente giovani, infatti le principali formazioni stellari le troviamo proprio verso il confine esterno di una galassia, in presenza di nuclei di gas piuttosto caldi che si aggragano attorno a centri gravitazionali, il fenomeno è visibile agli infrarossi. Ciò non toglie che vi siano stelle giovani anche nella parte centrale della galassia, solo che in proporzione con la concentrazione stellare si può dire che la parte esterna della galassia sia la più giovane.

Anche l’esplosione di un lampo gamma rigenera con il tempo una nuova stella se ad esplodere è una stella con la stessa categoria o inferiore a quella del sole. Il risultato finale di un esplosione stellare aventi le stesse caratteristiche del sole pressapoco è una stella nana azzurra, molto più compatta e piccola della stella esplosa: aventi le dimensioni poco superiori a quelli della terra, molto più densa e con temperatura superiori ai 300 milioni di gradi centigradi. La supernova resta a sua volta avvolta da una nube di gas caldi costituenti i resti dell’immane esplosione che tendeno con il tempo a riaggregarsi alla supernova, rigenerando così una nuova stella avente più o meno stesse caratteristiche della stella esistente in recedenza. Se ad esplodere è invece una stella centinaia di migliaia di vote più compatta del sole, il risultato finale della sua esplosione è un collasso gravitazionale che fa collassare la stella stessa in un buco nero non ruotante, in tal modo concentra tutta la sua materia oltre alla materia e l’energia divorata dall’esterno che oltrepassa l’orizzonte degli eventi, in un punto infinitamente piccolo: la singolarità.

Quelle delle esplosioni stellari (supernove) e della galassie attive sono i fenomeni più violenti che si possano conoscere in natura, le principali fonti di raggi cosmici e lampi gamma: quest’ultimi in grado di “illuminare” a giorno la notte per alcuni secondi o alcuni minuti, pur trattandosi di fenomeni che avvengono a distanza di milioni di anni luce da noi. Uno scenario veramente impressionante quanto incredibilmente affascinante!! Cosa dire invece riguardo agli ipotetici buchi bianchi. Come già detto ieri, i buchi neri ruotanti, ossia aventi un andamento rotatorio, potrebbero celare al loro interno oltre alla singolarità, un cunicolo spazio-temporale in grado di collegarci con zone remote dell’universo e in altri tempi diversi da quello attuale. Infatti la pate finale del cunicolo spazio-temporale sarebbe contraddistinta da un buco bianco dove tutta la materia e l’energia che cade all’interno del cunicolo fuoriesce dal buco bianco in un area remota dell’universo presente in altri tempi.

Secondo alcune teorie inoltre un cunicolo spazio-temporale potrebbe collegarci pure con altri universi distinti dal nostro ma nello stesso tempo paralleli con questo.

Questi corpi bianchi restano solo ipotetici in quanto non li si sono mai potuti misurare, infatti per essere osservati si dovrebbe avere un punto di contatto con il nostro spazio-tempo presente in questo preciso momento, difficile quanto improbabile che si possa misurare tele evento, poichè se possibile durerebbero solamente poche frazioni di secondo.

Se un osservatore esterno al buco nero osservasse un oggetto che oltrepassa l’orizzonte degli eventi, si accorgerebbe che il tempo per l’oggetto destinato, il tempo rallenterebbe fino a fermarsi, dunque l’osservatore esterno non vedrebbe mai la fine per l’oggetto “spacciato”, mentre in realtà l’oggetto cadrebbe inesorabilmente verso la singolarità. Questo fa subito pensare a quanto il tempo sia effettivamente associato allo spazio tridimensionale (per come lo possiamo conoscere). Ma il tempo è relativo anche per il mondo a noi noto, infatti in realtà potrebbe essere completamente diverso da come possiamo percepirlo. Osservando la natura ci da l’illusione di un tempo ciclico, poichè tutto in natura si manifesta con andamento che si ripete con una certa regolarità (giorni, mesi, stagioni, anni, ecc… ecc…), mentre sotto altri punti di vista (criteri di misurazione del tempo) ci danno l’illisione di un tempo lineare, ossia di eventi che si maniferstano una sola volta senza ritorno. Da qui si comclusero varie teorie che decrivevano un universo avente un tempo ciclico: La teoria dice che tutto nella storia dell’universo si ripeteva con regolarità, ad esempio la guerra vinta da Napoleone portava ad un’altra guerra vinta in un altro tempo poichè non era che una ripetizione ciclica del tempo. L’universo stesso era visto come una cosa che si ripeteva ciclicamente, dal Big Ban al Big Crusch, un’universo che nasceva, si evolveva e si ricompattava per dar vita ad un nuovo ciclo dell’universo.

Altre teorie invece descrivevano un universo lineare: Cioè che nella storia dell’universo tutti gli eventi si ripetono una sola volta e che ad ogni evento verificatori era perso per sempre. L’universo stesso secondo questa teoria, dall’inizio dei tempi (Big Ban) potrebbe espandersi all’infinito, come pure ricompattarsi (Big Crusch) dando vita ad un’universo che non ha alcun legame con quello attuale.

La relatività generale invece dimostrò quanto tutte queste teorie potevano perdere di significato considerando il tempo come una cosa a se stante, completamente distinta dallo spazio. Infatti la relatività descrive il tempo come una quarta dimensione spaziale poichè associato allo spazio tridimensionale, il tempo e lo spazio associati l’uno all’altro prendono il nome di Continum spazio-temporale. Paradosso dei gemelli: immaginiamo due gemelli nati sulla terra, uno di questi resta a terra per 24 anni, mentre l’altro prende subito uno schuttle che lo fa viaggiare nello spazio a velocità prossime a quelle della luce. Quando il “viaggiatore” rientrerà a terra si accorgerâ subito che per il suo gemello il tempo non è trascorso allo stesso modo. Infatti mentre per il gemello rimasto a terra saranno passati 24 anni, per quello che ha viaggiato sullo schuttle ne saranno trascorsi molti meno. Insomma, per il gemello rimasto a terra, il tempo di suo fratello è trascorso più lentamente rispetto al suo, mentre per il gemello che ha viaggiato sullo schuttle quando ritorna a terra è come se avesse viaggiato nel futuro di alcuni anni. Questa deduzione fu nata grazie ai risultati di un esperimento quantistico e da qui ne si può chiaramente dedurre che più un oggetto viaggia veloce più il tempo rallenta per l’oggetto in movimento. Einstein fece molti altri paragoni molto interessanti per spiegare la relatività del tempo. In definitiva il tempo e lo spazio sono strettamente associati l’uno all’altro in un “tessuto” chiamato continum spazio-temporale.

Ma secondo le ultime teorie quale sarà la fine del nostro universo? Se non esistesse l’energia oscura si potrebbe valorizzare la teoria del Big Crusch poichè l’espansione dell’universo potrebbe solo diminuire con il tempo (per la forza gravitazionale data dai corpi galattici, stellari,…), ma come oggigiorno sappiamo non è affatto così, l’energia oscura esiste e compone la maggior parte di tutta l’energia presente nell’universo, che facendo da propulsore cosmico ne aumenta sempre più l’espansione universale. Dunque le teorie più accreditate sostengono che il nostro universo continuerà ad espandersi all’infinito provocando a lungo andare la morte termica (Big Freezer).

Le galassie si allontaneranno sempre più l’una dall’altra e con esse tutte le stelle presenti in una galassia, in tel modo non si avranno più le condizioni ideali per nuove formazioni stellari, in questo modo la temperatura dell’universo si avvicinerà sempre più uniformemente allo zero assoluto kelvin, un universo sempre più buio e sempre più consteranto da buchi neri. Per quanto riguarda la nascita dell’universo l’ipotesi più accreditata e credibile è senz’altro quella del Big Ban avvenuto 15 miliardi di anni or sono. Secondo un interpretazione dela teoria delle superstringhe malgrado tutto ha poco senso parlare di un inizio dato dal Big Ban avvenuto allora, poichè quello che ha dato origine al nostro universo potrebbe non essere che uno degli infiniti Big Ban avvenuti all’interno degli infiniti universi paralleli al nostro (Multiverso), ogni istante potrebbe dar vita ad un nuovo Big Ban con un nuovo universo che da questo si espande in dimensioni a noi nascoste, oscure ai nostri sensi.

Effettivamente le recenti teorie della meccanica quantistica, come l’interpretazione dei molti mondi combinata con la relatività generale sembrano dare risposta a molti dilemmi che hanno sempre accompagnato l’uomo. La cosa più affascinante è che l’interpretazione dei molti mondi non è stata creata per dare una diretta risposta a cosa ci aspetta oltre la morte, ma bensì per spiegare il calcolo probabilistico: prensando ad esempio alla vita stessa che si è potuta sviluppata sulla terra. Un pianeta per poter ospitare la vita come quella presente sulla terra deve avere molti parametri basilari favorevoli (distanza dal sole, composizione chimica dell’atmosfera, temperatura, localizzazione spaziale, condizioni stabili con il tempo, ecc…), come le condizioni iniziali dell’universo stesso (forza di gravità “equa”, leggi fisiche, forze dominanti in natura, ecc…). Dunque la probabilità che sulla terra si sia potuta sviluppare la vita prendendo in considerazione tutti i parametri basilari sovracitati e 1 su diverse miliardi: Un po come dire che in un negozio di abbigliamento grande come l’intera New Yorck trovi un solo capo che stanamente ti calza a pennello, sembra un po insolito, inspiegabile, piuttosto che dire che in un negozio grande come New Yorck contenente un infinità di capi, al quale ne trovi uno che ti calza a pennello. Lo stesso potrebbe essere per il nostro universo: Anzichè vedere un solo universo stanamente adatto ad ospitare la vita, l’interpretazione dei molti mondi vede un infinità di universi paralleli al quale alcuni di questi (nostro compreso) abbiano sviluppato condizioni iniziali adatti a ospitare la vita. Da qui tali teorie danno involontariamente risposta anche a tutti gli altri dilemmi noti a tutti, un motivo per il quale la TEORIA M viene definita comunemente: TEORIA DEL TUTTO, in grado di accordare relatività generale con la meccanica quantistica, oltre a unificare le 4 forze esistenti in natura. Comunque sia effettivamente tutte queste recenti teorie, che io trovo particolarmente affascinanti, ci fanno capire quanto malgrado le nostre nozioni scentifiche del quale disponiamo oggi, non potremo mai arrivare a conoscere realmente tutto ciò che ci circonda e forse l’universo stesso non ê nemmeno solo così come si presenta ai nostri occhi e ai nostri sensi. In un contesto puramente teorico, oggi sappiamo che l’unico sistema che forse un giorno potrà portare l’uomo a viaggiare nel tempo, sarebbero unicamente i buchi neri ruotanto, ossia quelli provvisti di un ipotetico cunicolo spazio-temporale. Ma l’uomo in futuro potrebbe mai ad arrivare a viaggiare nel tempo, sempre restando in ambito puramente teorico? Considerando il fatto che per la fisica teorica: nulla è impossibile, il nostro intuito dovrebbe dirci che l’uomo potrebbe benissimo arrivare a viaggiare nel tempo, ma realmente le cose non sono così scontate come apparentemente sembrerebbe, per come conosciamo oggi la natura dei buchi neri. Inanzitutto per creare un buco nero rotante, “che potrebbe fungere quale macchina del tempo”, il buco nero stesso dovrebbe possedere dimensioni considerevoli dal diametro di alcune centinaia di chilometri come minimo. Secondariamente per creare un buco nero di tali proporzioni, si dovrebbe possedere più della stessa energia emessa dal sole in un anno: insomma, un paradosso già di partenza Ma non è tutto, amettendo che creare un buco nero ruotante sia possibile, questo dovrebbe essere centrato a centinaia di anni luce distante dalla terra, per evitare che il buco nero stesso arrivi ad inghiottire il sistema solare, e con esso ovviamente anche la terra. Detto ciò si può facilmente intuire quanto sia molto improbabile che un giorno l’uono possa arrivare a viaggiare nel tempo grazie all’ausilio dei buchi neri ruotanti, ossia che potrebbero essere provvisti di una “scorciatoia” dello spazio-tempo. Insomma, viaggiare nel tempo, sembra sia possibile solo mentalmente, immaginandosi il mondo di allora, fisicamente invece resta molto improbabile ancora tutt’oggi, ma non impossibile.

Viaggi nel tempo:

L’uomo arriverà a viaggiare nel tempo in futuro? Dal punto di vista puramente teorico viaggiare nel tempo è possibile, mentre dal punto di vista fisico NO. Infatti come dice la relatività generale fondata dal grande fisico Albert Einstein il tempo non è lineare come lo percepiamo noi, ma bensì è associato strettamente allo spazio. Mentre il CONTINUUM SPAZIO-TEMPORALE (dato dallo spazio e dal tempo ad esso associato) può essere visto come una sorta di “telo elastico”, più un corpo è “pesante” cioè dotata di massa più il “telo” tenderà a piegarsi: un po come una biglia posta su una tovaglia tesa in ambe quattro le estremità. Che il tempo è relativo e associato allo spazio oggigiorno sembra oramai chiaro nel mondo scentifico, infatti più un corpo viaggia veloce nello spazio, più il tempo per il corpo tende a rallentare (il classico paradosso dei gemelli…) mentre la massa del corpo tende ad aumentare in proporzione alla velocità. Infatti per qualsiasi corpo dotato seppur di una minima massa, la velocità della luce (299792458 m/s=300000km/s) costituisce una barriera naturale irraggiungibile poiche la sua massa aumenterebbe in maniera esponenziale fino a raggiungere una massa infinita a velocità luminari, dunque il corpo stesso avrebbe bisogno di energia infinita per continuare a viaggiare a tali velocità: un paradosso, impossibile da ottenere, ecco perchè ancor prima di raggiungere tali velocità il corpo stesso tenderebbe automaticamente a fermarsi. Ma cosa succede con il tempo quando ci si avvicina a velocità prossime a quelle della luce? Come già detto in precedenza più un corpo viaggia veloce più il tempo rallenta fino a fermarsi a velocità luminari: per noi esseri dotati di una massa il tempo scorre dal passato al futuro, mentre un Fotone (privo di massa) viaggia senza tempo. Raggiungendo velocità luminari invece il tempo retrocederebbe (dato dal ripiegamento del coontinum spazio-temporale), scorrerebbe al indietro, infatti si ipotizza che per un Tacchione (anch’esso privo di massa) dato che viaggia a velocità superiori a quella della luce, il tempo scorra dal futuro verso il passato. Dunque per viaggiare nel futuro, si dovrebbe viaggiare a velocità prossime a quelle della luce (possibile ma improbabile dal punto di vista fisico) mentre per viaggiare nel passato si dovrebbe viaggiare a velocità sovra luminari (fisicamente impossibile per qualsiasi corpo dotato di massa). Esistono comunque numerose teorie che prevedono l’esistenza di CUNICOLI SPAZIO-TEMPORALI all’interno dei buchi neri (oltre alla singolarità) in grado di portare in zone remote dello spazio e forse pure in altri tempi, ma di ciò non è mai stato provata l’esistenza dal punto di vista sperimentale. Ma se anche solo dal punto di vista puramente teorico viaggiare nel tempo resta possibile, come si potrebbero risolvere i paradossi che si verebbero a creare ipotizzando che un giorno qualcuno torni in dietro nel tempo interagendo con il mondo di allora? Secondo le più recenti teorie come la oramai nota M-Theory, non esisterebbe alcun paradosso, poiche per viaggere nel tempo, si dovrebbe automaticamente viaggiare in un’altra dimensione (nascosta), dunque colui che ritorna nel passato, dovrebbe automaticamente viaggiare in una realta parallela alla sua e ritornando dal suo viaggio spazio-temporale si accorgerebbe che non ha creato alcun effetto sull’evoluzione del mondo. Ma anche qui il mistero resta… e forse tale resterà…

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